Per capire come funziona, facciamo un esempio: Paola e Francesca lavorano per uno studio pubblicitario; il loro capo le informa che il progetto a cui stanno lavorando e per il quale sono in competizione, dovrà essere consegnato tra cinque giorni, invece che dieci. Paola si rimbocca le maniche, controlla la lista delle cose mancanti da fare e si butta a capofitto nel lavoro. Francesca, invece, è in preda all’ansia, si dispera e continua a ripetersi che non ce la farà mai e si prepara già a notte con gli “occhi sbarrati” perché non riuscirà mai a prendere sonno.
La situazione è la stessa per entrambe, perché allora Paola e Francesca reagiscono in modo così diverso? Secondo la Terapia Cognitivo-Comportamentale la differenza tra le due donne è il modo di pensare e d’interpretare la realtà e le situazioni che viviamo.
Da cosa dipende questa differenza? Secondo l’approccio Cognitivo-Comportamentale esiste una stretta relazione tra pensieri, emozioni e comportamenti.
Semplificando, quando il nostro modo di pensare non è funzionale al nostro benessere, stiamo male e mettiamo in atto comportamenti disfunzionali.
Soluzione: Dai dati scientifici è emerso come la soluzione sia individuare i pensieri disfunzionali ricorrenti, diventati dei veri e propri schemi d’interpretazione della realtà e di ragionamento che applichiamo in tutti gli ambiti della nostra vita (lavoro, amicizia, amore, famiglia) e si sostituiscono o integrano con altri più funzionali al proprio benessere.
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